Massimiliano Franco

Il suo nome è Massimiliano Franco, romano classe 1975.
Fin da ragazzo la fotografia lo ha sempre affascinato e non sa ancora oggi se sia stato lui a scegliere la fotografia o se piuttosto sia stata la fotografia a rapirlo.
In questi anni si è documentato, ha sperimentato, affinando le varie tecniche ed oggi, a distanza di 20 anni, afferma di preferire il reportage “geografico/turistico” e soprattutto la fotografia di paesaggio o “landscape photography”, perché gli permette di godersi il momento prima dello scatto in assoluta armonia con l’ambiente che lo circonda.
La fotografia di paesaggio riesce a trasportarlo verso un momento di assoluta riflessione.
Gli piace rimanere, dopo aver trovato la giusta inquadratura, ad aspettare il momento e la fotografia notturna o “nightscape photography” è la massima sua espressione.
La fotografia notturna secondo il suo modesto parere è molto più complessa rispetto a quella diurna, particolarmente difficoltosa e molto tecnica.
Adora di più la fase di pianificazione con i vari sopralluoghi alla ricerca del posto migliore per fotografare, che la sessione vera e propria.
Il più delle volte torna a casa senza aver impresso sulla scheda di memoria un file degno di essere tenuto o stampato, ma comunque pronto a ripeterla alla successiva occasione.
Da quel che ricorda è sempre stato un viaggiatore.
Lui non fotografa un viaggio, ma viaggia per fotografare.
È sempre stato così da quel che ricorda, è tutto in funzione di esso.
Ha, nel corso degli anni, solamente affinato la tecnica e ammodernato l’attrezzatura, si è sempre documentato molto e, come ripete sempre, ha sempre guardato con occhio critico le sue fotografie e quelle di fotografi affermati.
Fa sua una frase di Marcel Proust che dice: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi” ed è, secondo lui, quel qualcosa in più che permette alla fine di fare uno scatto migliore rispetto a qualcun’altro.
È, soprattutto per un fotografo paesaggista, il fare quel passo in più, è il cercare un angolo di vista differente, che permetta di vedere dietro l’angolo piuttosto che fermarsi alla prima location, ed “accontentarsi” del primo scatto o della prima inquadratura.
Proprio per via della sua curiosità anni fa, dopo aver visto alcune foto fatte all’infrarosso, decise di documentarsi ed alla fine, appassionatosi alla tecnica, decise di modificarsi, da solo, una reflex Nikon togliendo il filtro passa basso sopra il sensone e applicandocene un’altro per catturare le frequenze IR (usa un filtro a 720nm) e che tutt’ora utilizza per questo genere fotografico.

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