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“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” Questa citazione di Proust bene rappresenta il senso dei miei viaggi che, per più volte, mi hanno visto percorrere le terre dell’oriente del mondo, ogni volta con lo spirito di voler cogliere, attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica, l’anima pulsante di questa parte del pianeta così lontana dal nostro. Dai minareti di Istanbul e i suoi abitanti che ivi pregano, alle mille luci del suo bazar, alla maestosità e allo sfarzo delle costruzioni di Dubai, attraverso le contraddizioni della terra di Israele e di Palestina, alla sua religiosità che si respira in ogni strada che si percorre e attraverso gli occhi di una bambina che sembra chiederti perché ancora guerre. Come non farsi rapire da Petra, dalle sue fenditure attraverso cui riesci ad intravedere il Tesoro e aspetti con ansia che scenda la notte per viverne appieno la magia. E ancora più in là, spingersi in Cina e viverne la sua maestosità, percorrendo un muro che non è solo una costruzione incredibile, ma il simbolo stesso di un intero popolo. L’occhio del fotografo si fa rapire dagli scintillanti casinò di Macao e dalle multiformi insegne che colorano le strade di Hong Kong, sotto le quali la vita dei suoi abitanti è spesso in contrasto con quel tripudio di luci. Terre sognate, come la Thailandia, che si offre, a chi la visita, come una donna in posa, pronta per essere ritratta da un pittore, attraverso l’architettura unica dei templi di Sukhothai e Bangkok e la vita e il fervore dei suoi mercati galleggianti. I templi di Angkor, in Cambogia, dove la natura si è fusa con l’opera umana e l’ha inglobata nelle sue stesse radici, dove i monaci girano per questo luogo sacro come fosse la loro casa e dove i bambini hanno già lo sguardo di uomini. E infine, proprio al limite di quell’Oriente tanto amato, la terra del Sol Levante che, nonostante ami tornarci periodicamente, continua ad avere sempre qualcosa di nuovo da raccontare: una geisha che sbuca da una angolo della strada e che ti concede uno sguardo, la sua architettura così unica, il suo essere così grandemente moderna e allo stesso tempo così legato alle sue tradizioni. Luoghi evocativi, quelli dell’Oriente del Mondo, che non possono mai smettere di offrire, a chi è ancora avido di viverli, suggestioni e viste uniche che li rendono una meta mai uguale a se stessa.